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venerdì 4 agosto 2006

Parco macchine Troppe le Marea degli anni Novanta

di ALFREDO VACCARELLA IL GOVERNO Prodi è caduto fra le polemiche. Così Massimo D’Alema è diventato Presidente del Consiglio, mentre Walter Veltroni, fresco di nomina, è il nuovo segretario dei Ds. All’estero, negli Usa, il «sexgate» sta lentamente travolgendo il presidente americano Bill Clinton. Qui da noi invece, più modestamente, la protesta dei taxi della Capitale paralizza il traffico davanti alla Fiera di Roma: per evitare disordini con le auto gialle il sindaco Francesco Rutelli ha fatto «blindare» il Campidoglio. Rifondazione Comunista protesta per il pugno di ferro del primo cittadino, mentre il capo di gabinetto della Questura Francesco Tagliente rende noto che tutti i tassisti sono stati denunciati per manifestazione non autorizzata. Corsi e ricorsi storici. Per certi versi sembra un deja vu, sembra di parlare di fatti accaduti l’altro giorno; e invece è il 6 novembre 1998, quasi otto anni fa. Tanta acqua sotto i ponti dunque, e tanto, troppo asfalto sotto le ruote delle volanti della polizia della città eterna. Già, perché proprio in quel lontanissimo novembre 1998 prende servizio, viene immatricolata la prima Fiat Marea in dotazione alla Questura di Roma. La «bisnonna» delle volanti, verrebbe da pensare. E invece no, perché le altre macchine in uso alla polizia romana non è che siano molto più giovani, anzi. Se non di bisnonne si parla, quanto meno le altre Fiat in questione sono ormai diventate nonne e vecchie zie. È il quadro allucinante che emerge dal rapporto autoveicoli redatto sul parco auto della polizia romana, in base al quale, su circa 150 macchine, almeno 130 sono classificate come in condizioni mediocri o addirittura con «proposta di fuori uso». Una decina vengono usate solo per l’ordine pubblico, mentre 18 sono in condizioni «buone». Quanto alle date di immatricolazione delle Marea 2.0, si va appunto dal 6 novembre famoso al 28 novembre 2001, per lo più concentrate negli anni 1998 e 2000. Nessuna macchina ha preso servizio invece nel 1999. Anche sul chilometraggio poi c’è da riflettere: si oscilla fra i 60 mila e i 160 mila chilometri, ma c’è anche qualche vettura a quota 30 mila. Un dato, quest’ultimo, che non deve illudere: in questi casi si parla del secondo o termo motore installato sulla vettura. Automobili vecchie insomma, molto, troppo vecchie per stare al passo coi tempi, a prescindere dai sacrifici che gli agenti a bordo fanno ogni giorno, merito di un’enorme professionalità. Se poi si aggiunge che una circolare in teoria limita la vita delle macchine di servizio ai cinque anni, si può capire il disagio di chi con questi mezzi si trova a contrastare una criminalità al contrario semprepiù agguerrita.