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il Messaggero

Ncc, un autista pentito «Tariffe gonfiate e pagamenti in nero»

Il pentito Ncc: «Così inganno i turisti»

Cronaca di Roma di lunedì 16 settembre 2013

di Riccardo Tagliapietra

Un autista Ncc racconta il giro illegale dietro alle auto a noleggio: «Arriva un sms, prendi la tua auto e vai a prendere il cliente, e l'affare è fatto». «Pagamento tutto in nero e blocchetto delle ricevute finte (invece è obbligatoria la fattura+IVA, n.d.r.): ci chiamano dagli hotel ma in molti sono convinti che siamo taxi». Il turista è in trappola. Una situazione irregolare segnalata dai tassisti e dai noleggiatori romani regolari, che hanno scritto alla polizia, alla guardia di finanza, all'Agenzia delle entrate, all'Ispettorato del lavoro. Un giro che a Roma è diventato la regola. «L'anno scorso mi sono ritrovato a piedi - spiega Mario, il noleggiatore - Mi sono presentato a una cooperativa che cercava persone: LA COOPERATIVA MI HA PRESO SUBITO SENZA FORMALITÀ».

LA DENUNCIA - «Il lavoro comincia all'alba. Alle sei e mezzo di mattina devi essere già sul Viano, pronto a partire». Sveglia alle 5, con barba e colazione. Mario, 54 anni, autista, racconta l'altro volto dei noleggiatori, quello delle cooperative che gestiscono il business romano con licenze fornite da altri Comuni, qualcuna pure sospesa. Con garage fittizi e contratti di lavoro fasulli. Quattrocento curo al mese di «stipendio» pattuito con una firma su un foglio inutile.

IL CONTRATTO - «Mi hanno detto ti facciamo un contratto a prestazione. Gli ho chiesto come funziona», dice. «Semplice, si tratta di un foglietto di carta dove l'autista si prende la responsabilità di tutto, specificando che non esistono vincoli tra chi guida e il cosiddetto datore di lavoro». Così non ci sono problemi legali, nè di cause, nè di rivendicazioni sindacali. «Ovviamente - continua - c'era un patto non scritto tra me e il capo della cooperativa: io guidavo, lui mi dava circa la metà degli incassi».

Il lavoro è semplice, a organizzarlo è il capo che attraverso la segretaria gestisce una parte dei movimenti. «La sera ti mandano un sms con il numero di targa della vettura da prendere - racconta Mario - Quando arrivi nel garage, una rimessa illegale dove vengono parcheggiate le auto con licenze quasi tutte rilasciate da Comuni di fuori Roma, prendi la chiave e cominci». Se il cliente non c'è, si aspetta che arrivi l'sms con l'obiettivo. «Quando hai finito comunichi sempre via sms che il lavoro è terminato».

«Se hanno altri servizi, riparti. Altrimenti aspetti», aggiunge l'autista pentito. E i clienti? «Beh, la maggior parte sono turisti agganciati in città, negli hotel, nei ristoranti. Qui il prezzo è trattabile, mi capisce? Pagano tutto in nero, io registro la corsa su un blocchetto di ricevute finte e lascio tutto nel deposito a fine turno». La serata termina verso le 23, circa 15 ore dopo.

GLI ALBERGHI - Una buona fetta degli incassi deriva dai servizi per gli hotel. Ci sono hotel a cinque stelle, stamberghe, B&B. «C'è un'interconnessione tra noi e gli alberghi - racconta Mario, facendo i nomi degli hotel più lussuosi di Roma - Una sinergia. Qualcuno da lì chiama l'Ncc. AI cliente, quasi sempre straniero, veniamo spacciati come taxi, anche se non lo siamo. In questo caso le tariffe sono un po' più alte. Poi dei, diciamo 55 euro (a volte molto di più), pagati per andare a Fiumicino, 15 vanno al portiere che intasca subito i soldi e 40 euro a noi da dividere in due, tra me e il capo». Soldi che rimangono nella cassa della cooperativa che paga solitamente il 10 del mese successivo. Intanto su strada, Mario lavora un giorno con la licenza di Roma, il giorno dopo di Greccio, l'altro di Ragusa. «La cifra massima che sono riuscito a prendere? 2.mila euro in ventiquattr'ore, tutto in nero. Avevo fatto 8 aeroporti. Avevo bisogno di soldi e forse ho rischiato, ma è andata bene».

IL CASO - Permessi ritirati davanti al Campidoglio: licenze dei comuni di Quadri (Ch), San Vito Chietino (Ch), Francavilla a Mare (Ch), Sant'Eufemia alla Maiella (Pe). Tutte licenze sequestrate o sospese dai rispettivi Comuni dove sono state rilasciate, perché in odore di truffa. Ma l'altra mattina queste targhe sono tutte salite fino al Campidoglio per lasciare i turisti stranieri. Basta girare per la città con il foglio dei Comuni finiti al centro delle inchieste delle Procure di mezza Italia, per capire che la cosa non è finita. I furgoni con le licenze intestate a indagati, o addirittura ritirate e mai più rinnovate dai Comuni che le avevano emesse.

Una di queste targhe la scorsa settimana avrebbe prelevato perfino un diplomatico straniero, con tanto di scorta della polizia. Nelle prossime settimane il caso è destinato a esplodere in altri Comuni. Alcune Procure sono già sul piede di guerra, altre stanno completando gli accertamenti. Molte amministrazioni locali, invece, interpellate sul problema delle licenze rilasciate, hanno tirato i remi in barca, portando le carte dai magistrati.