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Viale Togliatti, ecco il corridoio dell’«immobilità»

Il tempo martedì 8 agosto 2006

I lavori ancora in corso creano file interminabili di auto. Al rientro dalle ferie sarà caos totale

Rivoluzionato il progetto iniziale: al centro una pista ciclabile e parcheggi, la corsia per i bus sarà invece laterale

 

di GIUSEPPE GRIFEO LA «RIVOLUZIONE» di viale Palmiro Togliatti è servita. Doveva avere una corsia centrale per tram, tanto che lo stradone del quadrante est di Roma venne strutturato per questo compito. Invece si è passati a una corsia protetta per bus che occupa oggi più di un terzo delle carreggiate prima riservate alle auto. Per una via ad alta capacità è una contraddizione. Nelle ore di punta, col traffico ridotto di agosto, ci si deve mettere in fila per infilarsi nello spazio rimasto al traffico privato. Quando tutti torneranno dalle ferie, il caos sarà alle porte. Nell’ampio square centrale, al posto dei mezzi pubblici stanno una pista ciclabile, parcheggi – oggi 181 posti più altri 87 all’altezza di via Sacco e Vanzetti e viale Fernando Santi -, punti sosta per taxi, tutti elementi che interferiscono con la fluidità del «corridoio della mobilità». Auto e taxi escono o entrano dai parcheggi centrali attraversando, giocoforza, la corsia per i bus. Il «corridoio» deve quindi vedersela con pedoni, auto, taxi e biciclette. Inoltre la corsia si interrompe prima di ogni grande incrocio, il traffico pubblico e quello privato si mescolano per ridividersi poco dopo. Un andamento a fisarmonica che farà vedere le stelle a uffici e scuole aperte. Le lunghe code a ridosso di Casilina, Prenestina e Cinecittà, non sono mai mancate. Adesso però la strada si è ristretta come un maglione di lana lavato a 90 gradi. Il primo progetto risale a oltre cinquant’anni fa. Su quell’area centrale larga 20 metri e lunga oltre 8 chilometri, doveva passarci addirittura la linea D come metro di superficie: una linea su sede propria fra Castel Giubileo e Laurentina; il «corridoio» nell’originaria posizione «tutto al centro» non sarebbe stato attraversato da traffico automobilistico, le nuove aree sosta e la pista ciclabile potevano stare a ridosso dei pini che delimitano lo square centrale. Con gli anni la rotta è cambiata. Negli scorsi mesi, l’inizio dei lavori a Ponte Mammolo, Colli Aniene e, da poco, a quasi tutto il viale. L’assessore capitolino alla Mobilità, Mauro Calamante, ha più volte ripetuto che bisognerà monitorare l’uso dell’utenza per decidere se mettere i jumbobus, i filobus o i tram. Per la terza ipotesi bisognerà tornare per forza alla corsia centrale: una linea tranviaria ha bisogno di spazio e deve avere meno intersezioni possibili con il traffico locale. La soluzione del «ferro» gode poi della spinta di una delibera del Consiglio comunale dello scorso 6 febbraio, che indirizza l’esecutivo cittadino verso la scelta del tram o mezzo elettrico. Fu frutto delle forti pressioni e raccolte di firme di quaranta comitati cittadini dei municipi IV, V, VII e X. Volevano il ritorno al progetto di metro in superficie al baricentro della Togliatti. Oggi quei comitati tacciono e la soluzione su gomma, non elettrica, sa tanto di definitivo.