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Tariffa unica, questa sconosciuta: a Fiumicino è ancora far west-taxi

Roberto Filibeck

Non sta funzionando come dovrebbe l'applicazione della tariffa fissa per le corse effettuate dai taxi da e per gli aeroporti entrata in vigore da ieri negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. La disposizione nuova di zecca, che prevede l'applicazione di 40 euro per una corsa da Fiumicino all'interno delle Mura Aureliane e viceversa e 30 dallo scalo di Ciampino, peraltro costata un bel po' di quattrini al Campidoglio che proprio nei giorni scorsi ha provveduto a inviare alla società di gestione, Aeroporti di Roma, 120mila opuscoli, 1.100 locandine e 50 manifesti scritti in italiano e inglese, viene osservata, peccato però che non solo non viene sufficientemente pubblicizzata, ma le informazioni circa l'esistenza stessa del dépliant, sono decisamente scarse. Gli opuscoli, infatti, vengono distribuiti solo nei due punti informativi del Comune di Roma che si trovano nelle hall dedicate agli Arrivi dei terminal B e C, rispettivamente dei voli europei e internazionali; mentre sono ancora pochi i tassisti che mostrano ai turisti l'opuscolo informativo del Comune di Roma, così come, almeno fino a oggi, nei due scali non si sono viste affisse da nessuna parte né le locandine né tantomeno i manifesti bilingue.
Come se non bastasse resta ancora da risolvere la diatriba relativa ai 36 tassisti con regolare licenza rilasciata dal Comune di Fiumicino i quali, non potendo accogliere clienti a bordo a Roma, una volta effettuata la corsa dagli aeroporti fino alla capitale, non stanno aderendo all'applicazione della tariffa unica, ma continuano a lavorare a tassametro. «Questo grave episodio accade - conferma un funzionario dei vigili dello scalo - perché non è stato fino a oggi trovato ancora un accordo tra il comune di Fiumicino e quello di Roma; e questo alla fine penalizza i passeggeri che rischiano di pagare cifre diverse a seconda se salgono su un taxi di Roma o uno del comune di Fiumicino». Il rischio in parole povere è che sia l'ignaro turista straniero, sia un comune viaggiatore italiano alla ricerca di un taxi per raggiungere la capitale, possa incappare con un tassista con regolare licenza rilasciata dal comune portuale. In questo caso il passeggero si troverebbe costretto a pagare la corsa con il «vecchio» sistema del tassametro: non meno di 70, 80 euro per arrivare fino a Roma, contro i 40 euro richiesti dai loro colleghi di Roma, che da due giorni stanno adottando la tariffa unica.
La nuova disposizione sembra comunque abbia trovato pareri favorevoli tra i passeggeri che proprio ieri erano in attesa di salire a bordo delle auto bianche; anche se c'è da sottolineare che ancora in tanti non sapevano nulla circa l'introduzione della tariffa unica. Sulla questione è intervenuto polemicamente il presidente dell'Uri Loreno Bittarelli: «Ci sentiamo svincolati dall'accordo firmato il 30 agosto - dichiara - perché il Comune si è dimostrato inadempiente. Nonostante questo, rispettiamo i contenuti dell'accordo». Bittarelli giudica «scarsa la comunicazione sulle novità sia da parte degli albergatori che del Comune di Roma» ma va oltre si chiede: «Quando va applicato questo accordo? Se il cliente lo richiede? Il tassametro deve essere acceso o spento mentre si va o si torna all'aeroporto?
E se ci sono delle soste richieste dal passeggero, vale sempre la tariffa fissa?».

Al posto della tariffa fissa, Bittarelli spiega che «sarebbe meglio fare come si fa a Milano, ovvero adottare la tariffa progressiva e far pagare al cliente quello che legge sul tassametro. È una tariffa che non tiene conto dei confini territoriali ma della distanza, della velocità e del tempo di percorrenza: quella sarebbe una garanzia di trasparenza».