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L’assessore Calamante: «Miglioriamo il servizio insieme ai tassisti: anche loro siederanno in commissione»

Il Campidoglio attacca, una parte dei tassisti reagisce e preannuncia assemblee, ricorsi al Tar e addio all’accordo. La giunta comunale approva la delibera per installare il sistema di controllo su tutti i taxi. Non usa però la sigla odiata dai tassisti - Gps. E questo qualcosa significa, quanto meno apre le pagine di un giallo. Quasi contemporaneamente nella sede di una delle centrali radio, il folto gruppo di rappresentanti dei tassisti discute, anche animatamente, si divide. L’ala dura chiede di convocare un’assemblea di tutti i 6.200 tassisti di Roma. Lì, si deciderà se andare allo scontro o se applicare l’accordo del 30 agosto con il potenziamento, la tariffa fissa per gli aeroporti, la squadra speciale a Termini. Intanto, i collaboratori dell’assessore alla Mobilità, Mauro Calamante, perfezionano gli ultimi particolari della campagna di informazione sulla tariffa fissa degli aeroporti: volantini, manifesti, depliant saranno consegnati nelle prossime ore. E’ la pubblicità per spiegare ai turisti che fra Fiumicino e centro storico si spendono (dal primo ottobre) 40 euro, fra Ciampino e centro storico 30.
Quello che conta davvero nella nervosa giornata di ieri sono due risultati. La delibera che dice all’Atac di studiare come installare il sistema di controllo dei
taxi (ma di noleggiatori e bus turistici) e preannuncia la formazione di una commissione. Di cui dovranno fare parte anche i tassisti. La decisione di convocare un’assemblea - con conseguenze sul servizio per la data che sarà prescelta. Già fa sapere Loreno Bittarelli, del 3570: «Per noi il Comune ha violato l’accordo approvando quella delibera. E quell’accordo dunque non vale più. Comunque, nell’interesse degli utenti il primo ottobre non ci tireremo indietro, scatterà il potenziamento di 2.500 taxi». Tariffa unica per gli aeroporti e squadra speciale a Termini? «Noi vogliamo partire, è il Campidoglio che non vuole partire, perché non sta mantenendo le promesse». E mentre qualcuno chiede a Calamante una linea ancora più dura (il deputato e coordinatore della Margherita, Roberto Giachetti: «A questo punto meglio mettere in campo subito 2.500 nuove licenze»), altri fra i tassisti fanno sapere che sarà l’assemblea di Bittarelli, non della categoria. L’assessore Calamante prova a parlare ai tassisti. Non è troppo tardi, non avete passato il Rubicone con quella delibera? «Abbiamo passato il Rubicone, certo. Ma abbiamo anche scritto nella delibera che i tassisti parteciperanno alla realizzazione di questo sistema di controllo, che si andrà a formare una commissione come previsto dall’accordo. E collaborando al sistema di controllo avranno rassicurazioni sul fatto che non sarà invasa la loro privacy». Non c’è scritta la parola Gps. «Ma quello è il know how dell’Atac, di fatto diamo l’incarico a studiare un sistema satellitare di controllo. Anche se l’ho sempre detto: non siamo innamorati ideologicamente di una tecnologia, l’importante è il risultato. Ai tassisti dico: noi stiamo lavorando, stiamo preparando le novità per gli aeroporti e per le stazioni che vanno soprattutto nel loro interesse. Sto per firmare la delibera sulla corsia preferenziale che va da Largo di Torre Argentina a viale Trastevere, una cosa che si aspettava da dieci anni. A loro chiedo di lavorare insieme a noi per dare a Roma un servizio migliore». Bittarelli replica che farà ricorso al Tar, Calamante in serata spiega che «le sue parole sono fotocopia di quelle di An». Alleanza nazionale ha definito «illegittima» la delibera sui controlli. Carlo Bologna dell’Ait allarga le braccia: «Ma perché tanta fretta nel controllarci, perché prima non facciamo partire il potenziamento? Tutti potranno vedere se le promesse che abbiamo fatto saranno mantenute».
 
Senza taxi, il Centro resta “off limits”
di MAURO EVANGELISTI

Il primo ottobre sarà un giorno importante per i tassisti di Roma. Capiremo se sarà mantenuto l’impegno a migliorare il servizio. Se in una città dove c’è fame di taxi - perché è la città dei sedici milioni di presenze turistiche, degli uffici, dei ministeri, delle sede di rappresentanza, dei tanti cittadini che vorrebbero proprio fare a meno dell’auto privata - finalmente l’offerta incontrerà la domanda. Roma non è New York o Parigi: in centro con l’auto non si entra, la metropolitana non è ancora ramificata come altrove. Senza taxi, spesso sei condannato a non spostarti. Uno dei tanti tassisti illuminati, che a Roma esistono anche se spesso sono oscurati, ha spiegato al Messaggero: «Ogni giorno perdiamo il 40 per cento dei nostri potenziali clienti perché non siamo là dove ci stanno cercando». Molti tassisti questo lo sanno. Qualsiasi grande azienda, qualsiasi piccolo imprenditore, qualsiasi negoziante di quartiere non dormirebbe la notte, non accetterebbe mai una perdita di affari di questo tipo, farebbe i salti mortali per raggiungere la fetta di mercato perduta. Il traffico non è una giustificazione: è un prodotto della modernità e proprio una presenza maggiore di taxi sarebbe un antidoto all’overdose di auto private. Il servizio dei taxi deve essere calibrato, tenendo conto di queste condizioni di partenza, raggiungendo il cliente che aspetta a Termini ma anche quello che dai quartieri periferici - dove ormai vivono i romani - vuole spostarsi diretto al centro o agli aeroporti. Quante volte si chiama una centrale radio e il taxi non c’è? Quante volte il sabato notte uno vorrebbe andare a Trastevere in taxi e invece è costretto ad affidarsi alla follia dell’auto privata perché altrimenti non tornerebbe indietro? Quante volte i tassisti sono condannati a perdere tempo ai posteggi? Mentre una parte della categoria convoca nuove assemblee, lancia nuovi proclami, inserisce l’ennesima marcia indietro, cavilla sugli articoli dell’accordo, il mondo va avanti. E ci sono clienti che stanno aspettando il taxi, il centro storico di Roma che rischia di trasformarsi in una cittadella proibita. E incassi che si perdono insieme alla fiducia dei romani.

 
Monitoraggio satellitare, nella delibera non se ne parla
Il mistero del “Gps”. Sì, perché nel testo della delibera si parla genericamente di un sistema di controllo del numero dei taxi in servizio, non di Gps o satellitare. Vero è che nelle premesse comunque si fa riferimento a questo tipo di tecnologia citando il decreto Bersani, ma è evidente che l’avere evitato di menzionarla nel testo della delibera (e allo stesso tempo aver disposto gli stessi controlli anche sugli Ncc di Roma e fuori Roma e sui bus turistici) può fare pensare che ci sia una sostanziale apertura. «A noi interessa sapere quanti taxi lavorano», osserva Calamante. E mentre il caso Gps rischia di montare, dall’assessorato alla Mobilità viene fatto capire che non è stato cancellato, ma sottinteso. Ma tanto basta a Nicola Di Giacobbe (Unica Cgil) per dire: «Il Campidoglio ha voluto mantenere aperta la porta del dialogo e del confronto, della concertazione. Le centrali radio si devono organizzare per trovare un sistema, rispettoso della privacy, per fornire i dati sui taxi al lavoro». Ma in assemblea potrebbe montare la protesta...«No, i tassisti ormai sono più maturi di certi loro rappresentanti, il desiderio è quello di costruire, non di distruggere». E Maura Tirillò della Cna pone dei paletti: «Siamo persone serie, applichiamo l’accordo». Ieri in Prefettura si è anche discusso del caso dell’aeroporto di Fiumicino, dove il sistema di smistamento dei taxi e di lotta agli abusivi ha ancora dei problemi. Il prefetto Achille Serra ha favorito il dialogo fra la direzione dell’aeroporto e i tassisti. «Vedremo - dice il prefetto - se sarà il caso di ridefinire l’incarico assegnato a una società per la gestione del sistema dei taxi a Fiumicino».
 
IL TESTO APPROVATO DAL COMUNE
Cosa dice la delibera della giunta approvata ieri? Affidare «all’Atac l’incarico di effettuare uno studio di fattibilità di un sistema di monitoraggio dell’inizio, della durata e del termine di servizio» per i taxi «assicurando la completa salvaguardia della privacy degli operatori». Non si usano i termini Gps o satellitare.

Costituire «una commissione per monitorare, già nella fase iniziale, l’incarico affidato all’Atac», con due rappresentanti dei tassisti, due degli utenti e due del Comune.

Monitoraggio per tutti gli Ncc e bus turistici.

L’incarico deve essere portato a termine in un mese. Spesa: 59.400 euro.