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NUOVI LUBRIFICANTI

Tagliati su misura

«L'olio, la linfa del motore»: una vecchia pubblicità sintetizzava  così l'importanza del lubrificante. Ciò è ancor più vero nei propulsori moderni, tanto da far nascere, per alcuni modelli, prodotti specifici, costosi e difficili da trovare. Ecco le indicazioni per scegliere, sapendo che sgarrare potrebbe costare caro.

Con sei regole tutto liscio come l'olio

Ecco le regole minime cui attenersi quando ci si deve occupare della lubrificazione del motore:

  1. Non sempre a sigla maggiore delle specifiche qualitative corrisponde un lubrificante di qualità migliore per tutte le auto: seguire quindi scrupolosamente le indicazioni del libretto di uso e manutenzione (anche per quanto riguarda la viscosità) per scegliere il tipo di olio da impiegare.

  2. Attenersi alle prescrizioni dello Casa (già prudenziali) sugli intervalli di sostituzione dell'olio: essi sono calcolati tenendo conto di condizioni di guida anche molto gravose, pertanto è inutile cambiarlo più spesso.

  3. Se non si può fare diversamente, è possibile mescolare oli diversi purché rispondano alle stesse specifiche e abbiano pari viscosità; ciò però non vale per gli oli speciali «longlife» prescritti da alcune Case.

  4. Sostituire la cartuccia del filtro in occasione dei cambi dell'olio.

  5. Non utilizzare additivi negli oli motore: ne altererebbero la «ricetta» sviluppata con lunghe prove.

  6. Effettuare sempre il controllo del livello a intervalli di 1.000 km. Soprattutto durante il rodaggio il consumo di olio può essere elevato e ridursi per l'assestamento delle parti solo dopo 20-30.000 km

Al giorno d'oggi l'olio lo si compra di rado, visto che si può cambiarlo anche dopo 50.000 chilometri e spesso neppure rabboccarlo (anche se il controllo periodico del livello resta indispensabile), ma trovare quello giusto per il motore della propria auto può diventare una faccenda difficile e costosa. Vero è che sui libretti di uso e manutenzione ci sono indicazioni precise, sotto forma di sigle, oscure ai più, che dovrebbero guidare nella scelta: basta che il prodotto da comprare le riporti sulla confezione. Ma non sempre è così semplice: talvolta anche oli di qualità apparentemente superiore a quella prescritta, ottimi per la maggior parte dei propulsori, non sono adatti a quello della nostra auto, che può avere esigenze del tutto particolari. La scelta del lubrificante, allora, è quasi obbligata, la reperibilità può diventare problematica e il prezzo elevato. È il caso dei motori «TDI» Volkswagen con iniettori-pompa, per cui la Casa prescrive l'esclusivo impiego di oli che soddisfino le specifiche VW 505.01 o 506.01. Alcuni lettori, perplessi, ce lo hanno segnalato:

il concessionario li ha invitati a fare presso di lui persino i semplici rabbocchi. L'evoluzione dei motori e dei lubrificanti  sta portando a una piccola rivoluzione negli accorgimenti per la scelta e l'impiego degli oli. Per anni si sono avvicendate specifiche qualitative, emesse da enti come lo statunitense API (American Petroleum Institute) o l'europeo CCMC (Comitato Costruttori Mercato Comune), cui facevano riferimento le varie Case per le prescrizioni sulla qualità dei lubrificanti da impiegare. E la graduatoria tra gli oli era facile: quelli che soddisfacevano la specifica più aggiornata automaticamente erano buoni pure per le precedenti. Oggi non è più cosi, si sta andando verso il lubrificante su «misura» per un motore e inadatto a un altro, come un costoso abito sartoriale che veste perfettamente solo la persona per cui è stato tagliato. Si è arrivati a questa situazione, perché  i propulsori attuali, in particolare i diesel hanno raggiunto livelli di prestazioni molto elevati e sono perciò sottoposti a gravose sollecitazioni, inoltre consumano poco e devono avere scarichi sempre più puliti. Soprattutto, gli intervalli di sostituzione dell'olio si sono progressivamente dilatati dai 5.000 km del diesel di una ventina d'anni fa ai 50.000 km vantati da  qualche motore di oggi, ribaltando una regola che vedeva i diesel svantaggiati nei confronti dei «benzina», che offrivano percorrenze maggiori tra un cambio e l'altro. Certo, questi progressi sono stati ottenuti grazie al miglioramento degli impianti d'iniezione, della progettazione dei motori, delle caratteristiche dei materiali e delle lavorazioni, nonché grazie all'adozione di sistemi che valutano le condizioni d'impiego della vettura e il grado di decadimento dell'olio. Ma anche l'evoluzione dei lubrificanti gioca un ruolo fondamentale. Per esempio, grazie alla formulazione di oli molto fluidi, che riducono le perdite per attrito, sì sono potuti limitare i consumi di combustibile, ma solo nei motori su cui è stata verificata l'idoneità di questi prodotti: altrimenti, la lubrificazione delle parti più sollecitate potrebbe non essere sufficiente e danneggiare il motore.

Negli anni, poi, gli oli si sono «specializzati» per soddisfare al meglio le richieste dei motori e così si è passati dalle generiche indicazioni degli anni 50 e 60 alle numerose specifiche, correlate al tipo motore e alla frequenza degli intervalli di manutenzione, attualmente in uso alla Volkswagen.

E alcune sono così particolari da richiedere l'acquisto di lubrificanti «doc», disponibili per ora solo presso le officine del Gruppo, presso qualche meccanico e in selezionati ricambisti.

Fino ad alcuni anni fa sulle confezioni di olio si trovavano poche sigle che ne indicavano la qualità; oggi qualche prodotto potrebbe esibire una lista complicata come un'equazione algebrica. A fianco delle specifiche qualitative API e ACEA (vedi box della pagina seguente), si trovano da anni pure le specifiche emesse da diversi costruttori, per via delle particolari...

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